giovedì 31 maggio 2007

Il meglio della Champions

La finale di Atene ha regalato al Milan la sua settima Coppa dei Campioni: un successo meritato, quello della squadra di Ancelotti, anche se conquistato con una partita non al livello delle prestazioni precedenti (su tutte, lo splendido ritorno contro il Manchester a San Siro).



Con l'epilogo della Champions League si chiude una stagione ricca di conferme (la doppietta del Siviglia in Coppa UEFA, i trionfi in campionato di Inter, Lione e Manchester United) e avara di sorprese (gli exploit europei di Espanyol e Osasuna, la crescita dell'AZ e il colpaccio in Bundesliga dello Stoccarda). Nello stilare un bilancio di questi nove mesi di calcio europeo, un "giochino" interessante può essere quello di stilare una formazione ideale del massimo torneo per club. Ecco quindi, la Top 11 della Champions: il criterio di valutazione non è assoluto, ma tiene conto del rendimento dei giocatori nell'ambito della competizione.



Reina (Liverpool)
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Decisivo in semifinale contro il Chelsea, ad Atene non ha potuto emulare le gesta del suo predecessore Dudek. Punto di forza della difesa meno battuta tra le otto squadre qualificate ai quarti di finale, il numero uno del Liverpool si candida per un posto da titolare nella nazionale spagnola. Un'altra scommessa vinta da Rafa Benitez.



Sagnol (Bayern)
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Nel panorama non certo scintillante degli esterni destri di difesa, l'esperto numero 2 del Bayern ha disputato una stagione di altissimo livello, condita da tre assist e da una continuità di rendimento difficilmente riscontrabile in altri interpreti del ruolo. Peccato per lui che l'annata dei bavaresi sia stata tutt'altro che da ricordare.

Alex (PSV)
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Il centrale brasiliano del PSV è stato una delle sorprese della stagione, ma solo per chi non segue con attenzione il calcio olandese. Fisico, personalità e tempismo negli inserimenti sono le caratteristiche migliori dell'ex difensore del Santos, conteso da tutte le principali squadre europee.

Maldini (Milan)
Maldini
Alla soglia dei 40 anni il capitano del Milan si è fatto il regalo più bello: la settima Coppa alzata da protagonista, dopo aver guidato con autorità i compagni all'appuntamento decisivo di Atene. Dopo il boccone amaro di Istanbul, una rivincita dolce come il miele.

Riise (Liverpool)
Riise
Difficile individuare al momento un terzino sinistro più devastante del norvegese del Liverpool, sontuoso interprete di un ruolo diffcile sul piano tattico e atletico. Giunto a piena maturazione, ha affinato le sue doti difensive, mantenendo inalterate la capacità di spinta e il tiro al fulmicotone. Una forza della natura.



Cristiano Ronaldo (Manchester)
Ronaldo
Gli aggettivi per descrivere il talento del portoghese si sono ormai esauriti, dopo una stagione in cui l'ex gioiello dello Sporting ha stupito tutti per continuità e freddezza nei momenti decisivi. Incontenibile contro la Roma, il ragazzo di Madeira ha messo a segno 3 gol e distribuito 5 assist nel corso della competizione, fallendo di fatto solo il retour-match di semifinale.

Essien (Chelsea)
Essien
La potenza applicata al calcio, 181 centimetri di muscoli e aggressività. Il tutto accompagnato da una tecnica di prim'ordine e da una duttilità che ne fanno una pedina decisiva per le sorti del Chelsea. Nel secondo tempo di Valencia, con il gol decisivo segnato di pura rabbia e caparbietà, c'è tutta l'essenza di questo giocatore, uno degli acquisti più azzeccati della gestione Abramovich.

Seedorf (Milan)
Seedorf
Se Essien è la potenza, Seedorf è l'eleganza, l'intelligenza e l'esperienza. Poco più che trentenne, il centrocampista del Milan gioca ad alti livelli da una vita e poco importa se ad Atene si sia visto poco: se il Milan è arrivato al traguardo finale, il merito è anche e soprattutto delle sue straordinarie prove contro Bayern e Manchester United.

Kakà (Milan)

Kaka
Semplicemente, il miglior giocatore del torneo. Poco importa se questo gli verrà certificato dal Pallone d'Oro, il fantasista del Milan ha già raggiunto l'obiettivo più prestigioso: riportare sul tetto d'Europa i rossoneri, trascinandoli a suon di gol (ben 10, capocannoniere) e giocate d'alta scuola. Uno spettacolo.



Inzaghi (Milan)
Inzaghi
Decisivo nel preliminare, decisivo nei quarti, decisivo (eccome) in finale. Pippo ha marchiato con i suoi gol il trionfo del Milan, a dimostrazione che per essere bomber non serve necessariamente avere tecnica o fisico straordinari. Il Gerd Müller del 2000, o quasi.

Rooney (Manchester)
Rooney
Ha segnato meno di altri (4 gol), ma il suo peso specifico nell'attacco dei Red Devils non ha paragoni. Ultimo ad arrendersi contro il Milan, avrebbe meritato di giocarsi il "derby" con il Liverpool in finale. A 22 anni ancora da compiere, il futuro è dalla sua parte.



Panchina



Gomes (PSV)
Gomes
Ha tenuto a galla il PSV fino al tracollo con il Liverpool con parate e uscite decisive. La conferma del titolo olandese è il premio per un portiere spettacolare e continuo al tempo stesso, forse il miglior estremo difensore brasiliano al momento.



Finnan (Liverpool)
Finnan
L'esterno irlandese concede poco sul piano della spettacolarità, ma le sue sovrapposizioni (4 assist) sono fondamentali per il gioco di Benitez. Decisivo suo malgrado a Istanbul (uscì per infortunio sul 3-0 per il Milan), non ha potuto consumare la sua personale rivincita ad Atene. Resta comunque uno dei punti fermi dei Reds.

Mexes (Roma)
Mexes
Stagione da incorniciare per il biondo difensore francese della Roma. Scrollatosi di dosso l'etichetta di eterna promessa, ha preso per mano il reparto difensivo giallorosso con personalità e classe: al momento, uno dei cinque difensori centrali più forti del mondo.



Gerrard (Liverpool)
Gerrard
Capitano coraggioso, il buon Steven da Whiston ha trascinato ancora una volta i suoi all'appuntamento decisivo. Pur non raggiungendo il livelli delle due passate stagioni, il numero 8 si è mantenuto su standard elevatissimi, confermandosi leader di un gruppo capace di risultati ampiamente superiori alle aspettative.

Giggs (Manchester)
Giggs
Il talentuoso esterno del Manchester sta vivendo una seconda giovinezza: punto di congiunzione tra la squadra-sogno di fine anni '90 e quella attuale, ha condito la sua Champions di 7 assist e 2 gol, con autentiche chicche come la "furbata" di Lille. Un esempio per i giovani e una gioia per gli occhi degli spettatori.



Drogba (Chelsea)
Drogba
Nella tribolata stagione della squadra di Mourinho, l'ivoriano si è rivelato uno dei pochi elementi convincenti al 100%. Autore di 6 gol, compreso il pareggio contro il Valencia nei quarti a Stamford Bridge, ha mancato il bersaglio in semifinale, pur fornendo a Joe Cole l'assist dell'1-0 a Londra.

Villa (Valencia)
Villa
Fin quando il Valencia è stato in corsa, l'asturiano ne è stato leader e trascinatore, al pari del compagno di reparto Morientes (più prolifico di lui, 6 gol a 4) e al giovane Silva. Alla soglia dei 26 anni, ha tutto per affermarsi tra i bomber principali del continente, non solo per le doti realizzative.



4 commenti:

Entius ha detto...

Oddio, inserire Inzaghi nella Top11 mi sembra esagerato. Ha sicuramente meritato di più Villa o Drogba.

giuliano ha detto...

Guarda, in linea generale anch'io sono convinto che Drogba e Villa (ma anche Crouch, Morientes e lo stesso Totti) abbiano mostrato maggior continuità di Inzaghi: il problema è che senza Pippo, il Milan neanche l'avrebbe giocata la Champions e sicuramente avrebbe faticato di più a vincerla (visto anche il gioco non entusiasmante nella finale).
Di Inzaghi si può dir tutto, che non sia "bello", che non sia tecnicamente o fisicamente all'altezza, ma riconoscere che sia decisivo è un dovere. Anche per un "anti-inzaghiano" convinto come il sottoscritto.

pietro ha detto...

grande giulio, questa top 11 + top riserve è stilata con perizia e competenza. l'ho letta con piacere e grande curiosità. il mio unico dubbio, tra i titolari, non è tanto per inzaghi, che a mio parere stramerita la top 11 (non va dimenticato quanto sa essere decisivo alla sua età, segno che il suo gioco non è solo fatto di nervi ma di tanta intelligenza), ma per rooney... io avrei messo crouch. a presto. pietro

giuliano ha detto...

La scelta di Rooney è dettata da numerosi fattori.
Innanzitutto, il Manchester è stato per mesi la squadra migliore del continente, e Wayne (con Ronaldo e Giggs) ne è stato il braccio armato. I Red Devils hanno sfiorato la finale, e Rooney ha messo a segno la doppietta che aveva momentaneamente messo sotto il Milan. Stessa storia nei quarti, dove il gol del rosso all'Olimpico ha spianato la strada alla goleada dell'Old Trafford (alla quale, tra l'altro, Rooney ha partecipato attivamente). Gol importanti, uniti a un gioco e a una leadership straordinarie per la sua età.
Drogba e Villa hanno inciso, e parecchio, nelle sorti delle rispettive squadre, ma sono mancati nel momento decisivo: Villa con il Chelsea (complice anche la sfortuna) e Drogba con il Liverpool (nonostante il bellissimo assist per Joe Cole all'andata).
Ci stavano anche loro, insomma, ma una scelta andava fatta. Crouch è stato una rivelazione, ha segnato tanto, anche in maniera spettacolare, ma dai quarti in avanti non s'è visto, anche perché "dimenticato" in panchina da Benitez a Londra e Atene.
Riguardo al ballottaggio Sagnol-Finnan, anch'io ero indeciso su chi premiare con un posto nella top 11: la scelta è stata dettata dalla volontà di rappresentare tutte le squadre qualificate ai quarti, nonostante il Bayern primaverile fosse tutt'altro che irresistibile. Eppoi, diciamolo, Finnan porta un po' sfiga: ad Istanbul uscì sul 3-0 e sappiamo quello che successe, ad Atene appena uscito lui Kuyt ha segnato. Inquietante la cosa... :-)