giovedì 3 maggio 2007

Sull'altro lato dell'Egeo

Milan-Liverpool, come due anni fa. Il 23 maggio lo Stadio Olimpico di Atene ospiterà la riedizione dell'incredibile sfida di Istanbul, che vide i rossoneri rimonati e poi battuti ai rigori dai Reds di Dudek e Istanbul Smicer. Il polacco e il ceco in Grecia non ci saranno, ma molti dei protagonisti di quella sera sì, a cominciare dai due allenatori, Ancelotti e Benitez.



Entrambi hanno compiuto un capolavoro in semifinale. Il tecnico di Reggiolo ha completamente annichilito il Manchester, giunto all'appuntamento di San Siro a corto di grinta e idee. Le stilettate di Kakà e Seedorf hanno fatto rapidamente crollare il castello di Ferguson, costruito per altro su fondamenta tutt'altro che solide (il rientrante Vidic è stato un disastro, Rooney e Cristiano Ronaldo sono stati pressoché inesistenti). La stagione dei Red Devils resta straordinaria, ma l'eliminazione è dura da digerire: nel doppio confronto, il Milan ha fatto valere tutta la sua esperienza a livello internazionale, "rimandando" a settembre il talentuoso ma acerbo ManU.



Benitez ha invece surclassato ancora una volta Mourinho, uscito con le ossa rotte da Anfield. Cervellotica la scelta di schierare Essien difensore centrale, imperdonabile l'ostracismo verso Shevchenko: il tecnico portoghese s'è scavato la fossa da solo. L'incitamento della Kop e i voli di Reina hanno fatto il resto.



Tornando alla finale di Atene, si può vedere come due anni nel calcio possano cambiare molte cose, ma anche lasciarne intatte altrettante. Il Milan ha perso la leadership in patria in favore dei cugini dell'Inter, mentre il Liverpool ha mantenuto il ruolo di terzo (o quarto) incomodo nell'oligarchia Chelsea-Manchester. In panchina, come detto, tutto invariato, mentre in campo i reduci di Istanbul sono più numerosi dalla sponda rossonera che da quella inglese, almeno per quel che concerne le squadre-tipo attuali.



Dei 14 milanisti scesi in campo due anni fa, solo 5 non sono più tesserati per il club di via Turati (Stam, Rui Costa, Tomasson, Crespo e soprattutto Shevchenko): l'ossatura è rimasta la stessa, con differenze significative solo in attacco. A Liverpool sono ben 9 i "veterani", di cui però solo 5 ancora stabilmente titolari: Finnan, Carragher, Xabi Alonso, Gerrard e Riise. Gli altri quattro (Dudek, Hyppia, Kewell e Luis Garcia) non saranno in campo il 23, chi per scelta tecnica, chi per infortunio. Anche i Reds hanno rivoluzionato l'attacco: da Kewell (Smicer)-Luis Garcia-Baros a Kuyt-Crouch, ma nel frattempo hanno ringiovanito difesa e centrocampo, con gli innesti di Agger, Mascherano, Pennant e Sissoko.Kaka

Sulla carta il Liverpool attuale è più compatto di quello di due anni fa, ma sembra aver perso qualcosa sul piano della fantasia e dell'estro. Il Milan ha molta meno qualità in attacco, più incertezze in difesa (Stam era una sicurezza) ma ha un Kakà ormai giunto a piena maturazione. Questo fattore, unito alla grande voglia di rivincita del gruppo, potrebbe far pendere l'ago bilancia dal lato dei rossoneri. Sempre che il "mago" Benitez non tiri fuori dal cilindro un altro dei suoi trucchi.



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