mercoledì 31 gennaio 2007

Alla fiera dell'Est

Chiuso il calciomercato invernale: tra i (pochi) colpi messi a segno in Europa spicca sicuramente, per nome e potenzialità, quello di Ronaldo. Il Fenomeno, al di là delle considerazioni sul suo peso forma, è ancora uno dei cannonieri più mortiferi del panorama calcistico mondiale: se Ancelotti riuscirà ad esaltarne le caratteristiche, il Milan si ritroverà tra le mani un crack assoluto.

Vista la copertura mediatica dedicata all'affare suddetto, concentriamoci sugli altri colpi messi a segno in Italia e in Europa. Il Palermo, per sopperire all'assenza di Amauri, ha acquistato due centravanti di belle speranze, Radoslaw Matusiak e Edison Cavani.

Il primo è stata una delle rivelazioni della stagione in Europa, avendo trascinato il modesto GKS Belchatow al primo posto della Ekstrakalska polacca. Gran fisico, piedi più che discreti, Matusiak era seguito da diversi club, su tutti l'Aston Villa. L'hanno spuntata i rosanero, pronti ad investire 2 milioni di euro sul bomber di Lodz.

Cavani invece era sui taccuini di quasi tutte le "grandi" del continente, affascinate dalle sue giocate nel Sudamericano Under 20, torneo del quale Cavani è risultato capocannoniere con 7 reti. Per superare la concorrenza Zamparini ha dovuto così sborsare 5 milioni di euro: tanti per un ragazzo forse ancora acerbo, più vicino al Toni d'inizio carriera che al letale Amauri di quest'autunno. Il tempo dirà se il 19enne di Salto sia stato un buon investimento.

Detto dello scambio di punte tra Lione e Aston Villa (Carew a Birmingham e Baros alla corte di Houllier) e dell'ingaggio di Rosenberg da parte del Werder Brema, il colpo più importante di questi giorni è stato probabilmente messo a segno dal Liverpool, che ha ottenuto in prestito dal West Ham il volante argentino Javier Mascherano. Il 22enne ex River Plate era giunto a Londra in prestito dal Corinthians insieme al collega Carlos Tevez, soffrendo più del previsto l'ambientamento tra le nebbie d'Oltremanica. Operazione analoga da parte dell'Everton, che ottiene in prestito dal Portsmouth il mediano portoghese Manuel Fernandes, pupillo di Trapattoni ai tempi del Benfica ma poco utilizzato in questa stagione dai Pompey.

Importante rinforzo anche per il Wigan: i Latics si assicurano le prestazioni dell'attaccante nigeriano Julius Aghahowa, spesso protagonista con la maglia delle Aquile Verdi e impegnato nelle ultime stagioni in Ucraina nello Shakthar Donetsk. Aghahowa è il secondo importante innesto per la squadra di Paul Jewell, dopo quello di Kristofer Hæstad, centrocampista norvegese ex Start Kristiansand.

In Germania l'Amburgo prova a risollevarsi dai bassifondi della Bundesliga con l'ingaggio dell'attaccante croato Ivica Olic, giunto in riva all'Elba dal CSKA Mosca, mentre l'Hertha Berlino rafforza il proprio centrocampo con il brasiliano Mineiro, noto ai più per aver deciso l'edizione 2005 del Mondiale per Club, vinta dal suo ex club, il San Paolo, sui campioni d'Europa del Liverpool.

L'Anderlecht, in lotta con il Genk per il titolo della Jupiler League, ha richiamato dal Treviso l'esperto Baseggio e ha ingaggiato il difensore polacco Marcin Wasilewski dal Lech Poznan. In biancomalva anche il centrale svedese Max Von Schelbrugge dell'Hammarby, recentemente convocato da Lagerbäck in nazionale. Lascia il Belgio invece lo statunitense Oguchi Onyewu, ceduto in prestito dallo Standard al Newcastle.

lunedì 29 gennaio 2007

Rooney vs Cantona

Piccola digressione specifica su una giocata meritevole d'attenzione: il secondo gol di Wayne Rooney al Portsmouth, un pregevole pallonetto dal limite a scavalcare David "Calamity" James, ricorda in maniera impressionante un colpo ad effetto di Eric Cantona di qualche anno fa.

Lo stesso Ferguson, nel commentare la prodezza del suo Wonder Boy, ha citato il gol del francese, idolo incontrastato dei tifosi mancuniani.

Per chi volesse confrontare le due perle, ecco qua sotto la rete segnata sabato da Rooney e quella di Cantona contro lo Sheffield United al terzo turno di F.A. Cup del 1995.

Il gol di Rooney

Il gol di Cantona

domenica 28 gennaio 2007

L'erba del vicino

In una domenica in cui il campionato italiano palesa in maniera imbarazzante la sua pochezza tecnica (appena 15 gol segnati nelle 8 partite del pomeriggio e nessuno spunto individuale degno di nota), diamo un'occhiata a quel che è successo fuori dai nostri confini.

Ferma la Premier, in Inghilterra erano in programma i 16esimi di FA Cup: unica grossa sorpresa il pareggio interno dell'Arsenal con il Bolton. Passano al turno successivo senza problemi Manchester United (2-1 al Portsmouth) e Chelsea (3-0 al Nottingham Forest, con la ritrovata coppia Sheva-Drogba sugli scudi). Piccola impresa del Bristol City (squadra di Second Division, la Serie C inglese), che sul proprio campo ferma sul 2-2 il Middlesborough.

In Germania il fine settimana sorride a Werder e Schalke: i biancoverdi di Schaaf s'impongono d'autorità sull'Hannover (a segno Borowski, Mertesacker e il solito Klose), i Königsblauen non sono da meno e vanno a vincere a Francoforte per 3-1. La coppia di testa, complice la débâcle del Bayern a Dortmund nell'anticipo, si porta così a +6 in classifica sui detentori del meisterschale.

In Spagna il Siviglia tiene il passo del Barcellona e stacca il Real Madrid, sconfitto al Madrigal dal Villarreal di un sempre più ispirato Matias Fernandez (splendido il suo assist per il gol decisivo di Marcos). Da segnalare nel Siviglia la prova maiuscola di Alfaro, ennesimo prodotto di un vivaio inesauribile, autore di un gol e di un pregevole assist per Kerzhakov. Il centravanti russo, uno degli attaccanti più interessanti del panorama europeo, potrebbe rivelarsi l'arma decisiva degli andalusi nella lotta al titolo. Per un resconto più dettagliato del weekend della Liga vi rimando al blog del collega Valentino Tola.

Nella Ligue 1 francese prosegue il momento-no del Lione, che dopo le sconfitte con Tolosa e Bordeaux non va oltre l'1-1 casalingo con il Nizza. Alla capolista non basta il gol all'esordio di Milan Baros, mentre un'autorete di Chamakh regala al Lilla il successo sul Bordeaux e il secondo posto in classifica ai danni del Marsiglia, sconfitto 2-o a Le Mans.

In Scozia continua sicura la marcia del Celtic, vittorioso 2-1 a Inverness, mentre in Olanda cade a sorpresa il PSV, battuto nettamente a Kerkrade dal Roda. Ne approfittano AZ e Ajax, quest'ultimo protagonista di un'incredibile rimonta a Groningen: sotto 2-0, i lancieri acciuffano il pari all'83' con Heitinga e conquistano i tre punti al 91' grazie a un gol di Leonardo Santiago, ex promessa non mantenuta del Feyenoord. Il brasiliano, giunto ad Amsterdam a dicembre dopo un esilio di quasi un anno al NAC Breda, spera di rigenerarsi in maglia ajacide, dove di fatto ha preso il posto di Marcus Rosenberg, ceduto in settimana al Werder Brema per 4,5 milioni di euro.

sabato 27 gennaio 2007

Michel, ma belle...

I giochi sono fatti: dopo sedici anni di presidenza il "santone" dell'UEFA Lennart Johansson lascia il timone del massimo organismo calcistico europeo a Michel "Le Roi" Platini, indimenticato campione della Juventus bonipertiana.

Un'inversione di tendenza, una scelta squisitamente politica, o un malcelato sintomo di continuità? Al momento non è dato saperlo, gli unici elementi a nostra disposizione sono i proclami dell'ex fantasista francese in sede di campagna elettorale: lotta alle scommesse illegali, al doping e un occhio di riguardo verso i paesi calcisticamente meno influenti.

Quanto si farà, in concreto, per garantire questa maggiore equità resta un'incognita: il progetto di Platini prevederebbe una riduzione del contingente-partecipanti alla Champions League per paesi come Italia e Spagna. In sostanza, non più quattro ma tre formazioni ammesse alla massima competizione continentale. Un proposito ammirevole, non c'è che dire, ma è piuttosto improbabile che questa decisione sposti gli equilibri. Un ritorno alla vecchia Coppa Campioni, con la partecipazione delle sole squadre vincitrici dei tornei nazionali, è pura utopia, ma è evidente che la formula attuale della Champions sia quanto di meno equo potessero concepire i "signori" del calcio.

Non mancano gli esempi in altre discipline: il basket si è votato da anni all'Eurolega, in sostanza un torneo a inviti al quale partecipano ogni anno le stesse franchige, sulla falsariga dell'ammiratissima lega professionistica americana; l'hockey, dopo mille vicissitudini, ha partorito una sorta di mondiale per club dove si sfidano le vincenti dei "sei tornei più importanti d'Europa", stabiliti in base a non meglio precisati coefficienti.

La Champions calcistica, negli interessi del famigerato G14 (che poi è un G18, ma vabbè), doveva diventare un punto di riferimento costante della stagione dei club ad esso affiliati, tanto da superare (o addirittura annullare) l'interesse per singoli tornei nazionali. Le cose non sono andate proprio così, ma poco ci è mancato. Gli stessi giocatori (si veda il caso di Trezeguet e degli altri reclusi juventini) ritengono la CL un atto dovuto, una garanzia per la loro personale visibilità.

Quanto questo possa nuocere alle (numerosissime) realtà che da questo palcoscenico vengono escluse sembra interessare solo in minima parte questi dirigenti. E che Platini, uomo abituato alle grandi vetrine internazionali e pupillo di Sepp Blatter, si erga a paladino dei più deboli ci sembra francamente improbabile.

Nella speranza di essere smentiti, ci apprestiamo a seguire un'altro weekend di calcio internazionale. L'antipasto è già stato servito ieri sera, con la riapertura delle danze in Bundesliga: subito una grande sorpresa, il Bayern è caduto a Dortmund sotto i colpi di un redivivo Borussia, trascinato dal bomber svizzero Frei, autore di una doppietta nel 3-2 finale. Tra oggi e domani tocca a Schalke e Werder: per entrambe una ghiotta occasione per staccare in classifica i bavaresi.

Risultato inatteso anche in Portogallo, dove il Porto va incontro alla seconda sconfitta stagionale per mano dell'Uniao Leiria, bravo a sfruttare l'inferiorità numerica dei dragoes dovuta all'espulsione del gioiello Quaresma. Decide il match una rete del difensore francese Tixier, che regala alla squadra cara a José Mourinho un momentaneo quarto posto alle spalle del terzetto nobile Porto-Sporting-Benfica.

Per la serie anche i ricchi piangono, sorprendente stop anche per il Fenerbahce dominatore della Süper Lig turca: i gialloneri di Zico non vanno oltre l'1-1 con il fanalino di coda Erciyesspor, guidato in panchina da Bülent Korkmaz, storico capitano del Galatasaray. Una bella soddisfazione per lui, protagonista di tante battaglie in campo contro gli acerrimi rivali gialloblù.

giovedì 25 gennaio 2007

Esterofilia o provincialismo?

Si discute da anni circa la presunta superiorità (o inferiorità, a seconda dei punti di vista) del campionato italiano su quelli esteri: a tal proposito è necessario innanzitutto individuare i criteri di valutazione, siano essi meramente tecnici, economici o mediatici.

E' evidente che negli anni '80, sull'onda del successo Mundial e in pieno edonismo craxiano, il calcio italiano rappresentasse quanto di meglio c'era sulla piazza: stadi pieni, campioni in campo e in panchina. Basti pensare a Maradona, Platini, Van Basten e Baggio, per non parlare dell'epopea tattica di Sacchi sulla panchina del Milan o dei miracoli di Bagnoli e Boskov su quelle di Verona e Sampdoria.

Negli anni 90', subito dopo aver ospitato il Campionato del Mondo, l'Italia calcistica iniziava un lento declino che, nonostante i non sempre limpidi tentatavi di risollevarla (vedi Moggi&affini), oggi la relega in secondo piano rispetto ad altri tornei europei, più spettacolari, più ricchi e più seguiti.

Parallelamente si è registrato nel Belpaese un sempre maggior interesse nei confronti del calcio di oltre confine: la nascita delle pay-tv, l'evoluzione di Internet e il mai sopito tam-tam legato al calciomercato hanno garantito attenzione e visibilità a quei tornei come Liga, Premier o Bundesliga, una volta oggetto di culto per pochi appassionati.

Intendiamoci, il calcio italiano è ancora uno dei migliori del mondo, e la vittoria della Nazionale di Lippi in Germania è lì a dimostrarlo, ma è evidente che, almeno a livello di club, la superiorità delle nostre compagini sia quantomai discutibile.

Negli ultimi dieci anni una sola squadra italiana (il Milan nel 2003) è riuscita ad issarsi sul gradino più alto del podio continentale (leggi Champions League), al termine per altro di una delle finali tecnicamente più povere della storia recente del torneo. Stesso discorso in Coppa Uefa, trofeo che manca dal nostro paese dal lontano 1999, quando il Parma superò in finale l'Olympique Marsiglia.

Nel nuovo millennio si sono registrati ben cinque successi di squadre spagnole (Real, due volte, e Barcellona in Champions, Valencia e Siviglia in UEFA), due doppiette anglo-portoghesi (Liverpool e Porto, vincenti in anni diversi di entrambe le competizioni), e altri trionfi più o meno a sorpresa (Bayern in Champions, Galatasaray, Feyenoord e CSKA in UEFA), a dimostrazione di un calcio sempre meno italo-centrico.

Eurocalcio nasce proprio dall'esigenza di raccontare la vastità e la complessità del mondo pallonaro al di fuori della nota triade Juve-Milan-Inter, superando il provincialismo spesso imperante nei media italiani, ed evitando al contempo di scadere in mera esterofilia: il calcio italiano è malato e, nonostante sia sempre valido l'adagio tutto il mondo è paese, uno sguardo fuori dai nostri confini non può che giovarci.

mercoledì 24 gennaio 2007

Benvenuti

Salve a tutti! Nasce oggi Eurocalcio, un nuovo blog dedicato al calcio internazionale.

Al suo interno troverete notizie, commenti e curiosità sul calcio europeo, dalla Liga Spagnola, alla Premier League inglese, passando per realtà cosiddette "minori" come il calcio scandinavo e quello dell'Europa dell'Est.

Una nuova vetrina sul mondo del pallone, raccontata con passione e professionalità.

A presto!