lunedì 26 marzo 2007

La gloriosa nazione del Kazakistan

Nelle sale cinematografiche italiane, da qualche settimana, è uscito un film docu-demenziale dal titolo Borat: studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan. Ad Astana e dintorni non hanno accolto con favore l'ironia di Sasha Baron Cohen (il protagonista) e hanno chiesto la censura della pellicola, rea secondo le autorità di restituire un'immagine distorta dell'ex Repubblica Sovietica. Il popolo kazako, invece, ha risposto con l'acquisto in massa del film in dvd e, a quanto pare, anche il turismo ne ha tratto beneficio. Passo indietro dell'establishment, viva Borat e tutti contenti.

Al di là di queste considerazioni, il Kazakistan (o Kazakhstan nella dizione internazionale) è una nazione in grande crescita, anche dal punto di vista calcistico. Dopo essersi annessa all'UEFA nel 2002 (prima era affiliata all'AFC, la confederazione asiatica), ed aver chiuso con un misero punticino il girone di qualificazione a Germania 2006, l'agosto scorso ha iniziato per la prima volta nella sua storia le qualificazioni per il Campionato Europeo. L'esordio è stato decisamente incoraggiante: 0-0 in casa del Belgio, non proprio una potenza del calcio d'Occidente, ma comunque una squadra di discrete tradizioni. A settembre un altro pari esterno, contro il modesto Azerbaigian, anch'esso costola dell'ex Unione Sovietica. Il 7 ottobre, davanti al proprio pubblico, il Kazakistan viene sconfitto 1-0 dalla Polonia, soffrendo per tutti i novanta minuti. Le cose non vanno meglio quattro giorni dopo, quando i kazaki devono arrendersi alla Finlandia per 2-0, né un mese più tardi, a Coimbra, contro un implacabile Portogallo (3-0).

Tutto lasciava pensare che l'avventura del Kazakistan nell'affollato girone A di qualificazione fosse destinata a concludersi senza gloria, ma sabato ogni pronostico è saltato. Davanti ai 20.000 spettatori del Central Stadium di Almaty, la vecchia capitale, i gialloblù hanno compiuto l'impresa di battere 2-1 la Serbia, ottenendo così la loro prima vittoria ufficiale dall'adesione all'UEFA. Eroi della serata gli impronunciabili Kairat Ashirbekov e Nurbol Zhumaskaliyev, autori delle marcature decisive, rispettivamente al 2' e al 16' minuto della ripresa. Inutile per i serbi il gol di Nikola Zigic, bomber del Racing Santander, al 68'.

Al timone del Kazakistan c'è, dal gennaio 2006, l'olandese Arno Pijpers, ex tecnico federale in patria, già commissario tecnico dell'Estonia dal 2000 al 2004. Anche in quell'occasione Pijpers aveva assunto la guida della Nazionale e del club più rappresentativo, il Flora Tallin, così come oggi divide il suo lavoro tra la selezione kazaka e l'FC Astana. Sotto la sua guida il team della capitale (Astanà, con l'accento sull'ultima sillaba, letteralmente "la capitale") ha riconquistato il titolo kazako, guadagnandosi l'ingresso in Champions League. Sul blocco dell'Astana Pijpers ha costruito la sua nazionale: dei tredici giocatori scesi in campo contro la Serbia, ben sei provengono dal club campione. L'altro serbatoio privilegiato della nazionale è il Tobol Kostanai, nelle cui file militano tra gli altri il capitano Nurbol Zhumaskaliyev e il recordman di presenze (53) Ruslan Baltiyev.

Nella rosa di Pijpers, invece, non c'è traccia di giocatori dell'FC Semey, squadra della città omonima, nota ai più col nome sovietico di Semipalatinsk. Proprio lì, nel 1913, il mercante russo Nikolaj Kupriyanov aveva introdotto per primo il gioco del calcio in Kazakistan: nel giro di pochi anni nacquero ben 15 squadre nella sola Semipalatinsk, che rimase per anni il cuore del calcio kazako. Qualche anno dopo la città fu scelta dal governo sovietico come base per gli esperimenti nucleari, un folle progetto voluto da Stalin che porterà a ben 456 test atomici, pari a 5000 bombe di Hiroshima. Ancora oggi la regione di Semey porta i segni di quegli esperimenti, sotto forma di un'altissima incidenza di tumori e patologie infantili. Se il calcio può servire a far dimenticare per qualche giorno gli orrori, non si può che salutare il successo del Kazakistan con un sorriso.

8 commenti:

Antonio Giusto ha detto...

Complimenti al Kazakistan, nessuno si sarebbe aspettato un vittoria sulla Serbia, che è praticamente la nazionale scesa in campo a Germania 2006 senza il portiere Dragoslav Jevric.

Michele Celli ha detto...

Ciao,complimenti per il blog sul panorama internazionale che linkerò sul mio blog sulla Premier!sempre che tu me lo conceda..:)!e complimenti al Kazakistan,resterà una singola impresa?

valentino tola ha detto...

Bel post

Anonimo ha detto...

Innanzitutto grazie a tutti ;-)

Venendo al Kazakistan, non saprei. Il valore tecnico della squadra non è altissimo, per cui è difficile ipotizzare altri risultati di questa portata. E' vero però che il lavoro di Pijpers sembra dare buoni frutti: la possibilità di lavorare costantemente con un gruppo di giocatori definito (quello dell'Astana) è un lusso che poche nazionali al mondo possono permettersi. Insomma, in questo modo il Kazakistan può sopperire alle proprie carenze di base con la coesione e l'assimilazione degli schemi, come se fosse un club. Con la Serbia tutto ciò ha pagato, in futuro chissà.

Anonimo ha detto...

Per Mich:

Complimenti per il blog, lo metto subito tra i link. ;-)

la rochelle ha detto...

caro giulio, ti faccio i miei più sentiti complimenti. questo pezzo è costruito splendidamente. ho letto pure con grande interesse il reportage di gawronski, che mi ha permesso di conoscere una realtà del tutto ignorata. a presto! pietro

Michele Celli ha detto...

grazie giuliano!

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu