giovedì 8 marzo 2007

God Save the Queen (of Champions)

In un colpo solo la Champions League perde le due finaliste dell'anno scorso (Barcellona e Arsenal), la grande favorita (l'Inter, almeno per i media italiani) e la squadra più brillante della fase autunnale (il Lione). Per contro promuove ai quarti tre squadre inglesi (Manchester, Chelsea e il sorprendente Liverpool), due italiane (Roma e Milan), una sola spagnola (il Valencia), un'olandese (il PSV) e una tedesca (l'immarcescibile Bayern).

Di grosse soprese nessuna traccia: Lille, Celtic e Porto ci hanno provato - chi più, chi meno - ma alla fine hanno dovuto arrendersi ai più blasonati avversari. Ci ha provato anche il confusionario Real Madrid di Capello, sotto dopo pochi minuti a Monaco e capace solo di una reazione tardiva targata Cassano (sic).

Un trionfo per il calcio d'Oltremanica, dunque, e un parziale ridimensionamento del fútbol latino: intendiamoci, l'eliminazione di Barça e Real non cancella la stagione ultra-positiva delle squadre spagnole in UEFA né tantomeno la conferma ad alti livelli del Valencia, ma rappresenta un segnale importante per le due squadre-guida del movimento calcistico iberico. Se per i blaugrana c'è l'attenuante di una stagione comunque positiva in patria, per le merengues non ci sono scuse: il progetto Capello non si mai nemmeno intravisto, naufragato in liti di spogliatoio e sfoghi mediatici. I mezzi economici e di blasone per il rilancio ci sono tutti, ma il fallimento europeo rimane, evidente.

Bocciato anche l'Arsenal di Wenger, punito oltre i propri errori da un cinico PSV: sia all'andata che al ritorno i Gunners hanno fatto la partita, ma le parate di Gomes e la condizione fisica precaria di Henry hanno spostato il peso della bilancia dalla parte dei biancorossi di Eindhoven. Vedremo se nei quarti Koeman riuscirà a ripetere l'impresa di Hiddink nella stagione 2004/2005.

Difficile a questo punto individuare una favorita al successo finale. Il Manchester è probabilmente la squadra più in forma d'Europa, Ferguson ha avviato una splendida operazione di rinnovamento che, risparmiando due colonne come Giggs e Scholes, ha lanciato in orbita talenti del calibro di Rooney e Cristiano Ronaldo. Intorno a questi novelli fab four ruotano elementi solidi e concreti come Vidic, Carrick e Larsson, decisivo anche ieri: il bomber di Högaborg avrebbe la possibilità concreta di alzare la coppa dalle grandi orecchie per due anni consecutivi ma, a meno di clamorose sorprese, gli toccherà tornare all'Helsingborg entro qualche settimana.

Milan e Roma hanno campioni a sufficienza per puntare con decisione ad Atene, ma lascia perplessi il loro andamento in campionato. I rossoneri hanno pagato a caro prezzo le conseguenze di Calciopoli, è risaputo, e Ancelotti sembra non avere più molte idee per sopperire all'assenza di una seconda punta di livello internazionale. L'accozzaglia di centrocampisti centrali presentata contro il Celtic (Kakà, Pirlo, Seedorf, Gattuso, Ambrosini) è emblematica, e fa il paio con l'autolesionistica tattica di Rjikaard (Iniesta, Deco, Xavi e compagnia, senza esterni di ruolo): il gioco sulle fasce è lungi dall'essere passato di moda in Europa, come dimostrano i successi delle squadre inglesi costruite su ali pure e terzini di spinta (Riise, Cristiano Ronaldo, Robben, Giggs, Pennant in ordine sparso).

Sulla qualità degli esterni ha costruito i suoi successi anche la brillante Roma di Spalletti: Mancini e Taddei hanno fatto ammattire i difensori del Lione e Totti ha fatto il resto. I giallorossi hanno una grande occasione per affrancarsi dal ruolo di grande d'Italia ma piccola d'Europa: molto dipenderà dal sorteggio e dalla forma del capitano, atteso anch'egli alla definitiva consacrazione sul palcoscenico internazionale.

Chelsea e Valencia non hanno brillato, come d'altronde gli capita spesso all'interno dei patri confini. Mourinho e Quique però sanno motivare al meglio i propri uomini in occasione degli appuntamenti importanti, come ampiamente dimostrato in questo turno di Champions. Ad entrambe poi non manca la qualità dei singoli: Drogba, Sheva, Ballack e Robben da una parte, Villa, Morientes, Silva e Joaquin dall'altra, tralasciandone almeno un'altra mezza dozzina.

Restano due vecchie conoscenze come Bayern e Liverpool, a loro modo in ripresa dopo un inverno tutt'altro che provvido di soddisfazioni. I baveresi si sono giovati del ritorno al timone di Ottmar Hitzfeld, santone mai dimenticato dell'ultimo trionfo europeo. Di quella squadra vincente sono rimasti in pochi (Kahn, Sagnol, Salihamidzic, Hargreaves, Scholl), guarda caso gli uomini più brillanti di questa stagione. Se i presunti gioielli Podolski e Schweinsteiger ritroveranno la forma del Mondiale, passare all'Allianz Arena sarà un problema per chiunque.

3 commenti:

Cristian Pulina ha detto...

Ciao! non parlo troppo bene l'italiano,perche sono spagnolo(ma mezzo italiano,per mio padre e la sua famiglia,che sono sardi)per questo vi chiedo scuse per il mio modo di scrivere.

Voleva parlarvi di le cose che si parlano qua su capello.
Lui quando si ha andato via la prima volta di madrid,ha lasciato qua diverse enemici,che lo stabanno aspettando per fare delle grosse critiche...

Capello dal primo giorno non é contento,perche ha veduto una squadra piena di "stelline" che fanno quello che vogliono fare,e che non hanno nessuna capacita tatica,per fare in campo quello che Fabio vuole...il primo goal di ieri,e un chiaro essempio,di a chi sta allenando mister Fabio...penso che un grande club come il real,mai puo lasciarse fare un goal come quello,che sembra una barzalletta...

Sono del Barça,e anche juventino.Un saluto! ¡Forza Ita!

Entius ha detto...

E' difficile dire chi ha le carte in regola per andare avanti.
Sonotutte forti ma tutte hanno dimostrato di essere vulnerabili. Sarà una bella lotta e mi dispiace solo che non c'è la "mia" Inter.

Anonimo ha detto...

Per Vito:
Capello è sempre stato un allenatore molto "rigido", sia dal punto di vista disciplinare, sia dal punto di vista tattico. Nella sua prima esperienza a Madrid era riuscito a creare il gruppo giusto per vincere,in questo caso non c'è riuscito.Il Madrid al momento deve ricostruire partendo dai giovani e da un progetto chiaro,con un allenatore ambizioso ma non "accentratore" come Capello.

Per Entius:
L'Inter con il Valencia ha pagato la poca abitudine alle grandi sfide,visto che quest'anno in serie A non ha praticamente avversari.La rosa di Mancini potenzialmente è tra le più forti d'Europa,ma il Valencia è squadra solida e difficile da battere,se non si è al 100%. Il sorteggio di ieri ha proposto incroci interessanti: Roma-Man U promette spettacolo,così come interessante sarà il confronto tra Liverpool e PSV.Chelsea-Valencia è un rebus,mentre il Milan dovrà fare attenzione all'esperienza del Bayern.Il mio pronostico resta per i Red Devils, ma può succedere di tutto.