lunedì 18 giugno 2007

Alla fine ha avuto ragione lui

Fabio Capello compie l'ennesima impresa (se di imprese si può parlare, visto che il tecnico di Pieris ha guidato sempre corazzate di primissima fascia) portando a Madrid un titolo che solo tre mesi fa sembrava pura utopia. Capello
Il
successo in rimonta sul Maiorca (3-1 firmato da Reyes, autore di una doppietta, e Diarra) chiude i conti di una Liga che attendeva solo l'epilogo per consegnare alle merengues il 30° titolo della loro storia. A Barcellona si mordono le mani per un campionato buttato via nel peggiore dei modi: al di là del suicidio di sette giorni fa nel derby con l'Espanyol, i catalani potevano e dovevano chiudere i conti in anticipo, quando il Real annaspava e le altre concorrenti cominciavano a farsi da parte.



E invece Ronaldinho e soci si ritrovano con un pungo di mosche in mano, dopo aver regalato la semifinale di Coppa del Re al Getafe e aver abdicato in Champions al cospetto del cinico Liverpool di Benitez. La panchina di Rijkaard, a differenza di quella di Capello, non è però in discussione: in Spagna si guarda sì ai risultati, ma anche al bel gioco, e  il 4-3-3 del tecnico olandese è, grazie anche ai suoi interpreti, quanto di meglio si possa ammirare su un campo di pallone. Se poi, come sembra, dalla prossima stagione anche Thierry Henry vestirà la maglia blaugrana, ci sarà da divertirsi.



In coda salutano la compagnia Real Sociedad e Celta Vigo, che si aggiungono al già retrocesso Nastic. La Liga Sociedad
perde in un sol colpo due società prestigiose, capaci negli ultimi anni di belle prove anche su palcoscenici continentali. Salve in extremis, invece, Betis Siviglia e Athletic Bilbao, mai retrocesso in Segunda in 109 anni di storia.



Con l'epilogo del campionato spagnolo si chiude di fatto la stagione europea 2006/2007. Per le grandi del calcio continentale è tempo di bilanci e di mercato, in attesa delle prime amichevoli e dei trofei di fine estate. Il discorso non riguarda i paesi scandinavi e la Russia, campionati che tradizionalmente si svolgono secondo il corso dell'anno solare: nei prossimi mesi ci dedicheremo con maggior attenzione a queste realtà, spesso trascurate dai media tradizionali.



Nessuna sopresa, nel frattempo, dall'Olanda, dove sono in corso di svolgimento gli Europei Under 21. L'ultimo turno dei gironi ha promosso Lita_2Belgio e Inghilterra che, come da copione,  non hanno fallito contro le già qualificate Olanda e Serbia. Ai Diavoli Rossi è bastato pareggiare 2-2 contro i padroni di casa per far fuori il

Portogallo (inutile 4-0 a Israele), mentre gli inglesi, pur soffrendo per lunghi tratti, si sono sbarazzati dei balcanici con un rotondo 2-0. L'Italia, nonostante il 3-1 alla Repubblica Ceca, dovrà accontentarsi dello spareggio per Pechino 2008 contro il Portogallo, squadra tra l'altro da non sottovalutare.



La sfida andrà in scena giovedì sera a Nijmegen, mentre le due semifinali, in programma a Arnhem ed Hereenveen, si terranno mercoledì. Se la Serbia gode dei favori del pronostico contro la sorpresa-Belgio, l'incrocio tra Olanda e Inghilterra si preannuncia piuttosto equilibrato, con gli orange leggermente favoriti dal fattore campo e da una condizione apparsa fin qui invidiabile.



3 commenti:

giuliano ha detto...

E' evidente che il paragone Capello-Rijkaard sia destinato a dividere, come in senso lato quello tra calcio votato al risultato e calcio votato allo spettacolo. E' vero però che non è impossibile coniugare le due cose: vedi il Barça di un anno fa o il Manchester campione d'Inghilterra.
Il punto di vista del tifoso che "se perde è triste tutta la settimana" va rispettato, ma credo che quello stesso tifoso (visti anche i soldi che spende) sia felice di assistere ad un bello spettacolo per i 90' in cui la sua squadra scende in campo. O no?
Se gli spagnoli non vincono a livello di nazionale, non significa che il loro calcio sia inferiore al nostro, come dimostrano i successi dei loro club nelle coppe. E' vero anche il contrario però: il calcio italiano non è inferiore a nessuno, non solo dal punto di vista tattico, ma anche da quello prettamente tecnico e spettacolare (prima della bufera calciopoli era possibile assistere a sfide di vertice molto equilibrate, mentre resta evidente la superiorità della "classe media" spagnola nelle coppe, almeno negli ultimi anni).
La vittoria di Capello a Madrid (come quelle di Trapattoni tra Germania, Portogallo e Austria) dimostra come i tecnici italiani abbiano qualcosa in più sul piano motivazionale, ma non si può certo prendere questo Madrid come esempio di prodigio tattico: la differenza con il Milan di Atene o con la Juve degli ultimi anni è evidentissima. Quelle erano squadre davvero impenetrabili, costruite su fondamenta di cemento armato, non sempre "belle" ma estremamente efficaci.
Questo Real, invece, è un'accozzaglia di vecchie volpi (Van Nistelrooy, Cannavaro, Roberto Carlos, Raul) e giovani virgulti (Gago, Higuain, Diarra, Robinho), decisamente vulnerabile in difesa (40 gol subiti, ben 7 più del Barcellona) e imprevedibile in attacco (comunque meno prolifico di quello blaugrana, 66 gol contro 78). Se Capello avesse dominato la Liga come aveva fatto nella sua prima esperienza spagnola non ci sarebbe stato niente da dire, ma in questo caso i dubbi sul fatto che il campionato l'abbia "buttato" il Barcellona sono più che legittimi.

luciano ha detto...

E' vero Giuliano, quello che dici nell'ultima parte del tuo intervento mi trova pienamente d'accordo e senza nulla da eccepire. Il mio atteggiamento un po' provocatorio è una reazione a questa nenia perenne, continua ed infinita che sento ormai da una vita e cioè: italiani di qua italiani di là, e il difensivismo ecc ecc. Io penso che si gioca per vincere, primo, e poi si fa tutto il possibile anche per divertire il pubbligo pagante, tutto il possibile davvero. Sempre però tenendo presente che in certi momenti è vincere ciò che conta, i palasport (superdome) americani dell'NBA quando è il momento si alzano tutti in piedi e scandiscono un coro impressionante, all'unisono: "de-fense-de-fense". ...un esempio tra mille e mille: Il Brasile in Spagna 1982 ha la qualifacazione in tasca per ben 3 volte, sullo 0 a 0, sull'1 a 1, sul 2 a 2... ma in tutti e tre i casi che fa? Attacca a tutto campo!!! E chi va in finale? L'Italia, con un bel 4 a2 (il gol di Antognoni era valido). Qualcuno ha mai rinfacciato a Falcao, Socrates e compagni l'impressionante numero di suicidi che ci furono in Brasile a seguito di quella partita? Qualcuno gli ha mai detto che migliaia di tifosi carioca presenti in Spagna si erano giocati anni di stipendi per essere lì? Non avrebbero dovuto mostrare maggiore responsabilità e pensare a qualificarsi? Lo spettacolo è un concetto falso e posticcio importato dalla tv, dal modello televisivo di Altafini (solo per dirne uno) che strilla "Belisssimo Meeeravilioso amiiici" pure se uno segna di schiena, e invece chi l'ha detto che è più bello un 4 a 3 con magari papere, errori tattici, attaccanti lasciati soli e liberi... di un 1 a 1 oppure 1 a 0 o addirittura uno 0 a 0 tra due compagini disposte perfettamente in campo? Senza il gol all'ultimo minuto di Pippo Inzaghi il primo tempo della finale di Atene 2007 per me era una partita bellissima, la stavo vedendo con milanisti, romanisti e sportivi ed eravamo tutti d'accordo: che bravo Benitez! Che bravo Ancelotti!Guarda come il primo ha imbrigliato il gioco del Milan, per 44 minuti erano stati bravi a non commetere nemmeno un fallo sulla trequarti per paura di Pirlo ed erano messi in campo molto bene, nonostante l'inferiorità di caratura individuale sopperivano con tattica e impegno. Guarda come ha messo bene in campo la squadra il secondo. Mai cambierei quello 0 a 0 con uno Zemaniano festival della difesa da spiaggia, "è meglio perdere 4 a 3 che vincere 1 a 0 senza spettacolo" ... "il derby è una partita come tutte le altre" Ah ah ah ah, maddechè, ma andatelo a chiedere ai Laziali o ai torinisti o agli Interisti, ai Genoani ecc...! Per concludere: che parlino le bacheche, le nostre son pienissime, sia quella della Nazionale che quelle dei nostri club. E soprattutto che parlino le persone educate, che rispettano l'avversario, i nostri grandi allenatori mai si sono permessi di dire che non gli interessa come gioca la squadra avversaria perchè "imporremo il nostro gioco", nemmeno quando c'è Milan Catanzaro si deve dire così. Men che meno, ripeto, se uno non ha mai vinto nulla. Nulla, zero, nisba. Arriva Schuster, wow, e chi è? Nel senso dei fatti, del curriculum. Si manda via Capello, beh devo dire che per quanto egli abbia fatto per risultare antipatico negli anni recenti dopo come l'han trattato in Spagna e per come ha reagito a me è diventato più simpatico che mai. E che Marca, AS e i loro amici si organizzino pure le loro panolade, Fabio Capello è apparso agli spagnoli due volte e tutt'e due le volte per un solo anno, e tutt'e due le volte ha vinto. Veni vidi vici, non sarà spettacolare ma così si rimane nella storia.

Valentino Tola ha detto...

Il risultato, il risultato... senza ombra di dubbio la cosa più brutta del calcio.