mercoledì 4 luglio 2007

Tra talenti e generali

Breve aggiornamento dal Venezuela: la nazionale di casa ha conquistato il primo posto nel suo gruppo di qualificazione, chiudendo con un pareggio 0-0 contro l'Uruguay. Un risultato storico per la "Vino Tinto", da sempre la meno competitiva tra le rappresentative del Sudamerica.  Al di là delle considerazioni di carattere Chavez
tecnico (l'undici di Paez non possiede grandi individualità, ad esclusione del centrocampista del Maiorca Juan Arango), è necessario considerare il contesto in cui è maturato questo risultato.



A Caracas e dintorni la situazione politica è tutt'altro che limpida, con il regime di Chaves impegnato da anni in un lento ed efficace lavoro di propaganda. L'organizzazione della Coppa America (per la prima volta nella storia quasi centenaria del torneo) rappresenta in questo senso una vetrina estremamente importante. Da qui a ritenere "accomodato" il passaggio del turno della nazionale di casa ce ne corre, ma dal sorteggio in avanti la sensazione di un certo favoritismo è evidente. Il girone era tutt'altro che proibitivo (Perù, Cile e Bolivia erano forse le tre nazionali meno competitive del lotto, insieme a Ecuador e Stati Uniti) e lo 0-0 con l'Uruguay, ottenuto perlatro a qualificazione già avvenuta, ha dato ai più la classica sensazione del "biscotto".



Grandi emozioni, invece, nell'altra sfida del girone, nella quale Perù e Bolivia si giocavano il passaggio del turno. La squadra di Erwin "Platini" Sanchez ha disputato un match di altissimo livello, mettendo in mostra Arce
giocatori di grande esperienza (Jaime Moreno, splendido il suo gol) e talenti dal sicuro avvenire: Juan Carlos Arce, dimenticato in panchina nel primo tempo, ha illuminato la ripresa con scatti e giocate d'alta scuola. L'attaccante del Corinthians (il cui cartellino però appartiene all'Oriente Petrolero, squadra boliviana) farebbe la fortuna di diverse squadre europee, a patto di disciplinarne a dovere l'estro, ad oggi ancora troppo grezzo e anarchico. Il Perù, pur soffrendo per lunghi tratti, ha capitalizzato al meglio le occasioni capitategli, grazie soprattutto all'esperienza e alla classe di Claudio Pizarro, autore della doppietta decisiva per la qualificazione dei suoi.



Nel frattempo entrano nel vivo i Mondiali Under 20. Dopo lo spettacolare pareggio tra Spagna e Uruguay nella giornata inaugurale, nella quale avevano steccato Brasile e Argentina (rispettivamente contro Polonia e Repubblica Ceca), nel secondo turno verdeoro e Canada
albicelestes trovano un pronto riscatto. Il Brasile supera la Corea del Sud grazie a una doppietta di Alexandre Pato, mentre l'Argentina travolge Panama con un umiliante 6-0, griffato dalle doppiette di Maxi Moralez e del "Kun" Aguero. Convincente anche il 6-1 con cui gli Stati Uniti hanno ridimensionato la Polonia: sugli scudi l'eterna promessa Freddy Adu, autore di una tripletta, e la nuova star Danny Szetela, in procinto di firmare per i turchi del Galatasaray.



1 commento:

giuliano ha detto...

Effettivamente a livello logistico seguire Coppa America e Mondiale Under 20 non è facile...ieri sera non sono riuscito a reggere il primo tempo del Brasile...il sonno ha preso il sopravvento!
Riguardo a Chavez confesso di non essere in possesso di elementi sufficienti per giudicare, ma è evidente che la situazione venezuelana presenta parecchi punti oscuri. La "Revolución Bolivariana" si basa su una visione di socialismo democratico a forte stampo nazionalista, cosa chiaramente invisa agli Usa e all'opinione pubblica filo-statunitense.
Se da una parte sotto la presidenza Chavez il Venezuela ha mostrato segni di ripresa, il rischio di una deriva antidemocratica resta, vuoi per il controllo dei media, vuoi per la politica piuttosto repressiva nei confronti degli oppositori del regime. In linea di massima credo che ottenere un forte consenso popolare propugnando idee anti-americane sia piuttosto semplice in un paese stretto per anni nella morsa neo-colonialista statunitense.
Tutto questo con il calcio c'entra fino a un certo punto: non credo che i successi del Venezuela siano "pilotati", penso piuttosto che un primo turno "morbido" fosse nella natura delle cose, non è la prima volta (né sarà l'ultima) che il paese organizzatore si trova la strada più o meno agevolata.